Eleonora Pieroni, ambasciatrice del Made in Italy negli States

L’attrice e modella italiana Eleonora Pieroni ha da poco ricevuto un prestigioso premio come

Ambasciatrice del Made in Italy e della Moda negli Stati Uniti da Fondazione ITALY, titolare del progetto

DOVE – Dove Vivo all’Estero, associazione no profit di cui fa parte. Un riconoscimento raggiunto anche

per via del suo impegno per la trasmissione della cultura italiana in America, nazione dove vive insieme

al marito Domenico Vacca, proprio come ci ha raccontato in questa intervista.

Salve Eleonora, fa parte dell’associazione DOVE. Come prima cosa, può spiegarci che cos’è?

“DOVE è un progetto che vuole essere un ponte tra l’Italia, la cultura italiana, l’italianità e gli

italiani residenti all’estero, i discendenti e gli amanti dell’Italia. Naturalmente raggruppa anche

gli italiani e gli italoamericani, con discendenza italiana, che vivono in America o che lavorano

negli Stati Uniti. Per tale motivo, al suo interno ci sono tante persone che appartengono a

diverse categorie. Alcune sono impegnate nel business, altre nella moda, nel cinema e nei più

variegati contesti. E’ una rete di lavoro, un networking, che ha come elemento principale l’italianità”.

Di che tipo di progetti vi occupate al fine di promuovere l’italianità?

“Per la giornata di Dante, ad esempio, abbiamo realizzato il progetto ‘DOVE per Dante700’: un

video, dove ognuno di noi leggeva una parte significativa della Divina Commedia,

tratta dall’Inferno, dal Purgatorio e dal Paradiso. Ci sono poi tanti altri eventi, organizzati

in America e in Italia. A capo di questa associazione c’è il Dott. Massimiliano Ferrara, che

è il Fondatore e Presidente di Fondazione ITALY  e ideatore di DOVE, che sta a significare

Dove (Do) Vivo (V) all’estero (E). Tra i prossimi impegni, posso dirle che il prossimo 22 maggio,

in diretta streaming, ci sarà il Columbus International Award (tavola rotonda e premio) con

collegamenti da diverse parti del mondo e con autorevoli interventi anche di associazioni che si sono distinte negli anni per la diffusione dell’italianità e della cultura italiana. Nei prossimi mesi avremo anche un omaggio al grande artista italiano Caruso, noto in tutto il mondo anche per O’ Sole Mio, ma anche eventi di moda e sulla canzone italiana”.

Quando è nata l’associazione Dove?

“E’ un’associazione piuttosto giovane, nata qualche anno fa. E’ un gruppo molto interattivo: al suo interno ci sono giornalisti, editori. Personalmente, ho ricevuto il premio in quanto promotrice del Made in Italy e della Moda negli Stati Uniti, sia per la mia carriera di modella, sia per il ruolo di collaboratrice nella casa di moda che ho con mio marito Domenico Vacca”.

Immagino sia stata onorata di ricevere un riconoscimento, no?

“Beh, sì. Ricevere premi fa sempre piacere perché gratificano l’impegno che uno ci mette. Negli ultimi anni, mi hanno riconosciuto diversi titoli. Ovviamente, data la pandemia, le cose sono state rallentate in questi due anni, ma se vado a ritroso mi rendo conto che sono state fatte tantissime cose sia per il business privato, ma anche per la promozione in America della mia regione, l’Umbria, con la Quintana di Foligno. Da parte mia, ci ho messo davvero tanto impegno”.

Tramandare l’italianità all’estero, tra l’altro, è una cosa molto importante.

“Penso che sia nell’indole dell’essere umano quello di trasmettere una conoscenza.

E’ un’azione che fai con un figlio, con un nipote; ad un adulto viene istintivo farlo con

una persona più giovane. E’ una cosa, questa della trasmissione, che fa parte senz’altro

del mio background. Sono laureata come maestra e, per un breve periodo, ho insegnato.

Trasmettere ciò che so è qualcosa che mi è rimasto dentro. Ed ammetto che più cresco,

più sento il bisogno di mettere al servizio degli altri le mie conoscenze, anche senza retribuzione ma per l’orgoglio e la passione di farlo. Organizzare la Quintana di Foligno a New York è stata un po’ una vocazione, ma soprattutto una passione per ‘trasmettere’ la cultura e la tradizione della mia città agli americani”.

Come mai questa scelta di importare la cultura italiana in America?

“Partiamo da un dato di fatto. Come la tradizione della Quintana di Foligno ce ne sono altre bellissime in tutta Italia. Tornando alla domanda, sapevo che gli americani avrebbero gradito se fossero venuti a conoscenza di quante cose belle facciamo nei nostri paesi con la cultura italiana, tra l’altro per il semplice piacere di farle, dato che la maggior parte delle persone che si occupano di organizzare questi eventi sono volontarie. Quello che facciamo noi con la Quintana è un set cinematografico a cielo aperto. Mi sono detta che gli americani dovevano assolutamente conoscerla. Ho agito d’istinto: ho avuto l’impeto di trasmettere la nostra cultura”.

E’ l’ha fatto egregiamente, dato tutti i riconoscimenti che poi sono arrivati.

“Lo spero. Tuttavia, posso dire con emozione che il mio lavoro è stato molto apprezzato. A due anni di distanza, si parla ancora di quello che è stato fatto per la Quintana. E’ una cosa bella, che è rimasta nella storia della mia città e non solo e quando si scrive la storia si crea anche la leggenda. Sono felice di pensare che le nuove generazioni di folignati possano considerarmi non solo come la “Miss di Foligno” ma come colei che ha portato alto il nome della Giostra della Quintana in America. Speriamo che dopo la pandemia si possa tornare a fare eventi soprattutto in promozione del Made in Italy e del turismo dato che il nostro è l’unico Paese che, a causa del Covid, soffre ancora da questo punto di vista. E invece potremmo vivere di sola rendita del turismo.  Parlando di storia di cultura ed enogastronomia possiamo portare nuovamente i turisti nella nostra nazione. Le manifestazioni e gli eventi, in fin dei conti, servono anche per promuovere il nostro Paese, affinché gli stranieri possano visitare l’Italia e godere delle nostre bellezze”.

Ha dovuto sacrificare tanto tempo per portare a termine questo progetto?

“Certo, ci vuole molto tempo e dedizione. Devi sacrificare qualcosa di te per metterlo a disposizione di qualcos’altro, sperando che ti faccia ottenere dei  buoni risultati. Io so di aver messo a disposizione le mie conoscenze e la mia capacità organizzativa. Ci ho lavorato per quasi un anno in collaborazione con la regione Umbria e l’Ente Giostra Quintana. Ho fatto incontri quasi giornalieri con l’Istituto di cultura, l’ENIT (ente nazionale turismo italiano), il Consolato Italiano, la Columbus Fondation. Sono stati mesi di pubbliche relazioni, organizzazione, comunicazione e marketing. Capitanare tutta questa grande macchina organizzativa tra Italia e America è stato impegnativo ma bellissimo. Un impegno che ho svolto per la passione e l’amore che nutro per la mia terra”.

Vincent Riotta torna al cinema in un nuovo ruolo

L’attore italo-inglese Vincent Riotta sarà nel cast dell’ultimo film diretto

da Fabrizio Guarducci, che si intitola  Anemos. Nel film, girato in Tuscania,

l’attore interpreterà infatti il ruolo di un eremita nel ‘500, che ha lasciato un convento per andare a trovare il Divino, che il regista ha associato al vento.

“Fabrizio Guarducci vuole ricercare la spiritualità, andando al di là dei dogmi o delle religioni. Questo personaggio, che è esistito nella realtà , è rimasto impresso a Guarducci, anche perché ha rifiutato il ruolo tradizionale del monaco per andare a cercare la vera Divinità, quella che non si può rappresentare su un tetto tramite un dipinto, ma che è spirituale e che abbiamo dentro noi stessi. Il film rimanda ad un concetto che gli antichi greci avevano: che il Divino, la Spiritualità, si trova nel vento”.

Girato durante il lockdown, Anemos è stato per Riotta una delle esperienze

spirituali più belle che ha vissuto, in cui non è mancata la soddisfazione anche

dal punto di vista lavorativo, dato che si è trovato benissimo con la maggior parte del cast.

“Nel cast, oltre a me, ci sono i bravissimi Sebastiano Somma e Giorgia Wurth. Ciascuno

di noi ha sentito la ricerca della Divinità che Guarducci ci ha trasmesso. Quella Divinità

che sta nella natura, nella terra, nel cielo e per Fabrizio nel vento: la stessa che ti porta ad apprezzare tutto il mondo. Anche adesso, dopo mesi e mesi, sono in contatto col regista. E’ una persona affascinante; un umano, che non è perfetto, ma i suoi difetti si possono perdonare. Chi, del resto, non li ha? E’ un uomo normale che è sempre alla ricerca della verità e dell’integrità che c’è dentro”.

Inoltre, Riotta interpreterà lo scienziato italiano Crocco, esistito realmente, nel film Rocketry, diretto da Madhavan, che è anche il protagonista nel ruolo di Nambi.

“Crocco era uno scienziato italiano che ha insegnato ad un collega indiano, Nambi,

tutta la tecnica, la scienza, che c’è dietro la costruzione dei missili, poi mandati nel cielo.

Nambi, che è esistito anche lui nella realtà, era infatti un ingegnere aerospaziale. Questo

scienziato è stato trattato male dallo Stato Indiano, che poi si è scusato con lui. Quella

che racconta il film, è una storia molto attesa, visto che l’India ha dovuto ritrattare, fino

a scusarsi, la sua versione su Nambi, accusato di spionaggio quando non era vero.

Madhavan, che è il regista, attore e una vera star in India, considera questo episodio come un tradimento dello Stato Indiano verso uno dei suoi eroi. Le mie scene sono con lo scienziato; gli insegno come fare e capisco che è un genio. Si crea tra Nambi e Crocco un bellissimo rapporto sullo schermo. Con lo stesso Madhavan, ho stretto un buon rapporto; mi manda pezzettini dei film e mi chiede poi dei consigli”.

Montsè Alcoverro: “Sogno di lavorare nel bel Paese”

Intervista a Montserrat Alcoverro

Si avvicinano sempre di più le puntate clou di Una Vita, le stesse in cui il pubblico italiano dovrà salutare per sempre il personaggio di Ursula Dicenta, interpretato dalla bravissima Montse Alcoverro, ormai diventata uno dei volti più riconoscibili della soap iberica campione d’ascolti di Canale 5. In attesa della sua uscita di scena, la Alcoverro ci ha rilasciato questa nuova intervista, dove ci ha parlato anche di alcuni progetti che spera di portare avanti nel prossimo futuro…

Salve Montse, tutto il pubblico italiano la conosce per il ruolo di Ursula Dicenta, la terribile dark lady nella telenovela Una Vita. Immagino sia un personaggio che le ha dato tanto, anche a livello di attrice.

“Ursula Dicenta è stata un vero e proprio regalo, anche perché è cresciuta molto di più di quello che immaginavamo, rispetto a ciò che era stato deciso quando ho iniziato a girare Acacias 38, il nome che la telenovela ha in Spagna. Penso che il personaggio sia diventato così bello anche per merito degli autori, che hanno saputo scrivere per lei delle trame davvero avvincenti, segno del fatto che hanno riposto la loro fiducia nel personaggio, ma anche in me Montse, attrice”.

Per quale ragione, dal suo punto di vista, Ursula è stata così tanto amata dal pubblico? Non tutte le cattive riescono in questo senso…

“La malvagità di Ursula è senz’altro fuori dai canoni ai quali siamo abituati. Il pubblico, fin dall’inizio, ha incominciato a chiedersi fino a dove potesse spingersi la malvagità di Ursula; l’ha seguita per questo. Tuttavia, e mi duole dirlo, bisogna sempre ricordarsi che la Dicenta è un personaggio che appartiene ad una finzione televisiva, ma che purtroppo nel mondo esiste davvero gente cattiva come lei”.

Ursula è stata coinvolta in tante trame. A me, personalmente, ha colpito di più quella legata alla sua giovinezza…

“Penso anche io che quella trama sia stata una tra le più importanti, perché ha permesso al pubblico di conoscere l’infanzia dura e difficile che la Dicenta ha attraversato. Un’esistenza che è diventata ancora più doloroso in adolescenza, quando una violenza che ha subito ha innescato, ingiustamente, il rifiuto dei suoi genitori trasformandola, pian piano, nella donna cinica che è diventata. E’ stata una grande idea, da parte degli sceneggiatori, quella di inserire nella storia Blanca (Elena Gonzalez) e Olga (Sara Sierra), le figlie di Ursula. Attraverso vari flashback abbiamo ricostruito il suo passato. Una svolta importante per parlare di lei a 360°”.

A breve, anche noi italiani assisteremo all’uscita di scena di Ursula. Ha deciso lei di lasciare il cast?

“No, è stata una scelta pensata dagli autori per virare la trama su altre direzioni. In ogni caso, sono davvero grata a loro per avermi permesso di interpretare, per oltre quattro anni, una donna così complessa da portare in scena”.

Parliamo della sua passione per la recitazione. Quando è cominciata?

“Mi è sempre piaciuto recitare fin da bambina. Ero la prima a presentarsi alle recite scolastiche. Grazie ad un corso di arte drammatica, che ho intrapreso quando mi stavo dedicando al ballo, ho capito che potevo comunicare non soltanto con i gesti e i movimenti, ma persino attraverso le parole. E da lì che ho deciso, in maniera definitiva, che volevo essere un’attrice”.

Oltre la recitazione, ha qualche altra passione in particolare?

“Se non ho impegni legati al set, sto nella mia città con il mio compagno, la mia famiglia, i miei amici. Adoro i viaggi e ho avuto la fortuna di visitare tanti posti nel mondo. I miei amici mi definiscono una buona cuoca. Vivo la cucina come una sorta di terapia che mi rilassa ed è capace di farmi connetter con il lavoro manuale, con gli odori, i sapori. Curo poi le mie piante e i miei fiori. Sono una grande lettrice; mi aggiorno con costanza sul cinema e quello che succede nella mia industria. Non manco mai agli spettacoli teatrali o di danza. Mi alimento in continuazione di arte, di colori, di odori. Infine, mi fermo ad ascoltare la musica. Difficilmente la ascolto quando sto facendo altro. Mi piace stare connessa al 100% con ogni cosa che amo”.

Facciamo un gioco. Se potesse descriversi con tre aggettivi, quali utilizzerebbe?

“Le persone dicono che sono positiva, passionale e coerente. Aggiungo che sono molto passionale e coerente perché cerco di fare e dire quello che penso. Non tradisco mai me stessa”.

Ha qualche progetto futuro?

“Prossimamente sarò nel cast di una nuova fiction spagnola suddivisa in otto puntate. Appena l’Emergenza Coronavirus sarà passata, spero di tornare in teatro dal vivo. Ho dei bellissimi ricordi del periodo trascorso ad interpretare Ursula. Non nascondo che mi  piacerebbe dare vita ad un altro personaggio lungo. Penso di muovermi abbastanza bene al cinema, al teatro e in televisione. Non disdegno un giorno di lavorare in Italia. In passato, ho lavorato con Sergio Castellitto. Se uscisse fuori un nuovo progetto con lui ne sarei ben felice”.

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Attualmente Nadia Rinaldi , apprezzatissima attrice e amato volto tv , è anche

testimonial di Medicanet per la medicina integrativa  avanzata ed è sicuramente

il più grande esempio di come il benessere per la propria salute e la forma fisica

si possa raggiungere a tutti gli effetti per stare veramente bene 

“Dopo un percorso di dimagrimento, che ho voluto rendere pubblico per aiutare

tutte quelle persone che sono convinte che non ce la si possa fare a risolvere un

problema di obesità, perché volere è potere, ho utilizzato la chirurgia estetica ricostruttiva,

almeno nel mio caso. Quando si perdono diversi chili, si deve andare a togliere quel tessuto

che, anche col dimagrimento e con l’attività fisica, non si riesce più a fare aderire. 

Non smetterò mai di ringraziare il dottor Lorenzetti e tutto il suo staff, che si sonopresi cura

di me e hanno voluto rendere la mia immagine più armoniosa che mai. Proprio per

questo, mi sono avvicinata acollaborare con la Medicanet, ossia la medicina integrativa.

Hanno dei macchinari fantastici che, prima di arrivare ad intervenire chirurgicamente, possono dare ottimi risultati a chi magari è un po’ pigro ad allenarsi. Ovviamente, consiglio sempre una buona alimentazione e allenamento, ma con la Medicanet si ottengono dei risultati notevoli. A volte anche maggiori a quelli che si possono ottenere stando dalla mattina alla sera a fare squat in palestra”.