Frank Crudele, protagonista di un film tv ameriano e di Zero la serie Netflix

Tra le prossime pellicole che vedranno l’attore internazionale Frank Crudele protagonista  ci sarà anche il film tv americano A Christmas proposal, dove ha recitato al fianco di Adam Rodriguez, volto di Criminal minds e di CSI Miami. Crudele, tra l’altro, è stato nel cast di Zero, la serie in onda su Netflix. Una carriera, la sua, incominciata quasi per caso.

Sono cresciuto in Canada, motivo per cui in quel periodo fare l’attore veniva percepito come un mestiere per figli di papà; lo potevi fare soltanto se provenivi da una famiglia facoltosa. Non avevo nessuno che mi avrebbe potuto avviare alla professione, anche perché non c’erano altri figli di italiani, vista la provenienza dei miei genitori dalla Puglia, che avevano fatto gli attori. Dopo la laurea in lingue, pensavo seriamente che la mia strada fosse quella di addetto alle pubbliche relazioni internazionali. Parlavo francese, spagnolo, italiano e inglese; ero dunque avvantaggiato in quel senso. La svolta è così arrivata quando mi sono iscritto ad un workshop, che comprendeva, tra gli esercizi, anche recitazione. Quando l’ho fatto, chiedevano le esperienze più importanti fatte prima ed ho citato un’opera fatta a Montreal, dove feci un provino per un’opera di Pirandello che mi è rimasta nel cuore. Avevo sempre avuto il desiderio di recitare, ma l’ho nascosto alla mia famiglia. E’ riemerso quando avevo quasi 28 anni; ero dunque troppo grande per fare l’accademia. Ho così seguito dei corsi in maniera privata e da allora ho sempre lavorato. Ho anche vinto una borsa di studio per studiare con Stella Adler, che è stata una dei miei mentori, esattamente come Martin Scorsese, che mi ha diretto nel primo episodio delle serie Boardwalk Empire”.  

Tra le fiction più importanti di Crudele ci sono Velvet, dove è stato Enzo Cafiero,  Ho sposato un calciatore, fiction trasmessa da Mediaset che aveva la regia di Stefano Sollima, Gente di mare, oltre il film iberico Cobardes. E’ stato diretto da Paolo Virzì My name is Tanino, dove ha debuttato Rachel McAdams. Lì ha fatto un siciliano, così come in Tutti i santi giorni. In futuro vorrebbe lavorare con tanti registi.

“A livello di registi italiani, mi piace molto Paolo Sorrentino. Tra quelli americani, ci stanno senz’altro Francis Ford Coppola e Ridley Scott. Mi piace lavorare con gli attori giovani; a livello di noti ne ho conosciuti davvero tanti. Sarebbe bello lavorare con i giovani fratelli D’Innocenzo. Vorrei infine che un regista mi facesse parlare in inglese, italiano, spagnolo, francese senza alcun tipo di accento”.

Among the upcoming films that will see the international actor Frank Crudele protagonist there will also be the American TV film A Christmas proposal, where he starred alongside Adam Rodriguez, the face of Criminal minds and CSI Miami. Cruel, among other things, was in the cast of Zero, the series aired on Netflix. A career, his, which began almost by chance.

“I grew up in Canada, which is why at that time being an actor was perceived as a job for daddy’s children; you could only do it if you came from a wealthy family. I had no one who could have introduced me to the profession, also because there were no other children of Italians, given the origin of my parents from Puglia, who had been actors. After graduating in languages, I seriously thought that my path was to be an international public relations officer. I spoke French, Spanish, Italian and English; I was therefore advantaged in that sense. The turning point came when I signed up for a workshop, which included, among the exercises, also acting. When I did, they asked for the most important experiences I had made before and I mentioned a work made in Montreal, where I auditioned for a work by Pirandello that has remained in my heart. I had always had the desire to act, but I hid it from my family. It re-emerged when I was almost 28; I was therefore too old to go to the academy. So I took courses privately and have always worked ever since. I also won a scholarship to study with Stella Adler, who was one of my mentors, just like Martin Scorsese, who directed me in the first episode of the Boardwalk Empire series ”.

Among the most important fictions of Crudele are Velvet, where Enzo Cafiero was, I married a footballer, a fiction broadcast by Mediaset which was directed by Stefano Sollima, Gente di mare, as well as the Iberian film Cobardes. It was directed by Paolo Virzì My name is Tanino, where Rachel McAdams made her debut. There he made a Sicilian, as well as in All Saints Days. In the future he would like to work with many directors.

“At the level of Italian directors, I really like Paolo Sorrentino. Among the Americans, there are certainly Francis Ford Coppola and Ridley Scott. I love working with young actors; at the level of known I have known so many. It would be nice to work with the young D’Innocenzo brothers. Finally, I would like a director to make me speak in English, Italian, Spanish, French without any type of accent ”.

Raffaella Di Caprio e quel legame di parentela con Leonardo Di Caprio, divo di Hollywood

Tanti progetti per la bellissima attrice Raffaella Di Caprio che, dopo essere stata protagonista del videoclip del brano Si me vuò bene ancora di Rosario Miraggio, ha girato il corto Artemisia, che sarà presentato al Festival del Cinema di Venezia a Settembre. Un progetto in cui crede tanto, per via del messaggio che manda.

Sono molto affezionata al progetto Artemisia perché manda un messaggio di uguaglianza. Al mondo siamo tutti uguali, non ci sono disabilità. Con o senza braccio possiamo fare, ambire e raggiungere gli stessi obiettivi. La ragazza protagonista del corto, Anna Fusco, è molto carina. Studia cinema e canta. Crede particolarmente nel messaggio di Artemisia perché, nel corso degli anni, si è trovata di fronte a tanti pregiudizi per via della sua condizione. Combatte dunque ogni giorno per far sì che la gente pensi che sia esattamente come loro, ossia una persona assolutamente normale”.

Dopo la partecipazione a Miss Italia 2012, Raffaella si è iscritta in un’Accademia di recitazione a Roma. Qualche anno dopo, ha poi incontrato il suo attuale manager Rosario Porzio, che le ha aperto il mondo del cinema perché l’ha presentata al grande produttore Alberto Tarallo, che era tra i produttori della Ares Film. Il suo vero debutto da attrice è stato infatti nella fiction Furore – Capitolo Secondo, trasmessa da Mediaset.

Prima di Furore avevo fatto delle figurazioni, ma lo considero lo stesso come il mio vero esordio d’attrice protagonista. Da lì, si sono susseguite tante cose: sono stata una delle primedonne del Bagaglino di Roma nello spettacolo Femmina di Pierfrancesco Pingitore. Lo scorso anno, invece, sono stata in una puntata de I bastardi di Pizzofalcone 3 con Alessandro Gassmann”.

Come il cognome suggerisce, Raffaella ha un legame di parentela con il divo di Hollywood Leonardo DiCaprio, che personalmente non ha ancora incontrato.

Confesso che, quando mi sono affacciata nel mondo della recitazione, ho cercato di non dare più di tanto peso al cognome che avevo. La parentela con Leonardo c’è, ovviamente, anche se non le nego che, nel primo periodo, in tanti mi hanno anche dato della bugiarda: pensavano che io e DiCaprio non fossimo veramente parenti e che me lo fossi inventata. Invece miei bisnonni erano davvero cugini di secondo grado dei suoi. Con lui, ad oggi, ho parlato soltanto tramite messaggi. E’ stata un’emozione abbastanza forte. Tralasciando la parentela che condividiamo, Leonardo è uno dei più grandi ed è sempre stato per me fonte di ispirazione. Spero di incontrarlo il più presto possibile. Una persona che era su una barca con lui in Italia, nel 2018,  mi ha invitato per conoscerlo, ma purtroppo sono stata impossibilitata a raggiungerlo perché mi trovavo su un altro set”.

Nel futuro di Raffaella Di Caprio ci sono due progetti internazionali, sui quali non si è espressa ancora molto. Uno degli stessi parlerà di un mito italiano in un modo mai raccontato prima.

Andrea Candeo, bellezza e talento tutta da scoprire

Il modello e attore Andrea Candeo è il protagonista di Abbi Cura di Me, il singolo di Andrea Crimi tratto dal concept album L’Amore Dietro Ogni Cosa, nato dal libro scritto da Simone Di Matteo. Un vero e proprio Guinnes World Record, visto che nella storia della letteratura e della musica non era mai accaduto che da un libro venisse tratto un album musicale con 13 canzoni, a loro volta tratte dai capitoli dello stesso,

Il video del singolo l’abbiamo girato in Liguria. Il brano parla di due persone che stavano insieme e che poi hanno interrotto la loro relazione. Io, protagonista insieme all’altra ragazza Sofia, entravo in questa casa dove ogni angolo era collegato a  dei ricordi, rappresentati attraverso dei flashback. Doveva lasciare un messaggio malinconico. Il brano si intitola ‘Abbi cura di me’ perché questo ragazzo, anche se non starà più al suo fianco, promette alla sua ex di prendersi sempre cura di lei, dato che sarà perennemente nei miei pensieri. Dal mio punto di vista, non è stato molto difficile girarlo. Mi è bastato ricordare determinati argomenti, legati alle batoste prese in passato, per esprimere tali sensazioni di sofferenza o di gioia, quando appunto il ragazzo che interpretavo ricordava i momenti felici passati con la sua lei”.

L’attività di modello è cominciata per caso per Andrea, che se sua madre ha lavorato per vent’anni in una ditta di moda. Non a caso, prima di intraprendere questo percorso, ha fatto degli studi totalmente differenti.

“Credo chesia bello incrociare nella maniera più stretta possibile le proprie passioni. Grazie a Simone, ho avuto la possibilità di coniugare la passione per la moda e lo spettacolo con gli studi che ho fatto. Sono un perito chimico; in seguito, mi sono laureato in agronomia alla Statale a Milano. Simone mi ha dato l’opportunità di avere una rubrica tutta mia sul suo sito Vanity Class, dove posso parlare di vari argomenti. Attualmente, sto trattando da un mese e mezzo le piante aromatiche con tutte le loro proprietà a livello aromatico, farmaceutico, cosmetico, terapeutico e così via”

Dato il suo essere scaramantico, Candeo non si è posto tanti obiettivi per il futuro anche se ha annunciato un suo prossimo progetto.

Mi vedrete nel video del nuovo singolo di Andrea Crimi con Laura Bono. Ad oggi, sono riuscito ad  entrare nella squadra di Alberto Cellerino, cosa di cui sono molto orgoglioso”.

Chiara D’Ambrosio, vince l’Oscar della tv americana il Daytime Award 2021

Importantissimo riconoscimento per la giovanissima Chiara D’Ambrosio. L’attrice

di origine italiana, negli scorsi giorni ha vinto infatti il Daytime Emmy Award 2021,

nella categoria Miglior Giovane Attore in una Fiction dal Daytime, per il ruolo Regan Sanders

nella sesta stagione di The Bay, la serie digitale di grandissimo successo.

Un vero e proprio primato per la ragazza, dato che è la prima a vincere tale categoria, messa

in essere proprio a partire da quest’anno. Un premio a cui la D’Ambrosio ha potuto ambire

insieme alla sorella gemella Bianca, candidata nella stessa categoria grazie al personaggio

di Frankie Sanders in The Bay, dove entrambe recitano. Insieme alle due, ad ambire alla

statuetta c’erano Arista Arhin di Lockdown, Isaac Arellanes di Ghostwriter, Madison Reyes

di Julie and the Phantoms e Amir Wilson di The Letter for the King.

Una carriera, quella della sorelle Chiara e Bianca d’Ambrosio, partita grazie alla soap opera The Young and The Restless, che da noi in Italia veniva trasmessa con il titolo di Febbre D’Amore. I primi tasselli di un percorso artistico, culminato in un Emmy nel caso di Chiara, che sarà sicuramente costellato di successi.

lasse 2005, Chiara D’Ambrosio nasce . 17enne, il prossimo 28 Aprile, nasce sotto il segno del Toro.

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Dilfs (2012) di dove ha interpretato la parte di Violet.

Nel 2020 ha inoltre lavorato con Angela C. Tortu, Kacie Anning, Erin Ehrlich, Gina Lamar, Melanie Mayron, Viet Nguyen, Gina Rodriguez, Fernando Sariñana per la realizzazione del film Elena, diventerò Presidente – Stagione 1 dove ha interpretato la parte di Cassie.

SHER B, tutte le novità della star della musica internazionale

SHER B – CHI E?


Nome: Mario

Cognome: Spataro

Nome d’Arte: Sher B.

Nato in Calabria

Altezza: 184 cm

Professione: Cantante, pianista, percussionista, marimbista, solista e compositore in Italia e all’estero

Mario Spataro, conosciuto anche con lo pseudonimo di Sher B., si è appassionato alla musica fin da quando era bambino grazie al suo orecchio assoluto. Inizialmente pianista ed organista, all’età di 14 anni ha scoperto anche il mondo delle percussioni e la batteria. Ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali come il “Tournoi Internazional De Music, Paris”, “L.H Stevens Special Prize, New York Foundation”e  “Austria int. Awards”. Un percorso artistico che è stato impreziosito dallo studio fatto con artisti del calibro di L.H Stevens, M.J. Burrit, M.Queen, J.Beck, R.Holly, T.Adams, N.J Zivkovic, K. Aleo, I. Bilic, M. Klimasara, R.Wiener, N.Groover, Keiko Abe, L. Morleo.

Ha suonato in diverse parti d’Europa: dall’Italia alla Spagna, passando per la Grecia, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Francia, il Belgio, la Germania, la Svizzera e tante altre. Gli è stata conferita La Medaglia al Valore Musicale dalla Camera dei deputati italiana. E’ insegnante a Parigi, Nizza e Montecarlo. Oltre al successo nel repertorio di musica classica, il polistrumentista Spataro alterna la professione di marimbista a quella nella musica dancehall, reggae e hip hop, dove ogni giorno raccoglie tantissimi seguaci.

Ha fondato due case discografiche: la Warrior Inc e la Sher B. Empire. Il suo ultimo album, intitolato ‘M Ashanty, è uscito il 1^ gennaio 2021 e contiene al suo interno dodici tracce. Sono poche le informazioni sulla sua vita privata. Su Instagram è seguito da circa 90.000 follower. Tra i suoi progetti futuri c’è quello di lanciare una nuova linea di profumi.

Salvatore Martusciello, fondatore dell’agenzia Unique Management & Communication.

Intervista a Martusciello

A tu per tu con Salvatore Martusciello, fondatore dell’agenzia Unique Management & Communication.

Signor Martusciello, a quali progetti si sta dedicando in questo periodo?

Oltre alla gestione di alcuni personaggi dello spettacolo, adesso sto facendo

anche produzione televisiva. Ho il mio staff, sia per quanto riguarda autori e

registi, sia per tutto quello che serve come attrezzatura. Stiamo mettendo giù

un po’ di progetti per il prossimo anno. E’ per me una nuova sfida. Dopo anni

di carriera, sto cercando di fare qualcosa di più a livello televisivo”.

C’è qualche genere a cui vi state dedicando maggiormente?

Per ora è tutto work in progress. Anche se tali progetti abbracciano tutto ciò che può essere attualità, cultura, moda, spettacolo. Dove ci sono delle buone idee, si crea il format. Per poi decidere qual è la rete più adatta dove può essere inserito”.

E’ proprietario della Unique Management & Communication. Come ha vissuto questi ultimi due anni segnati dalla pandemia?

In agenzia va tutto bene, anche se non nego che con l’arrivo della pandemia abbiamo perso abbastanza. Adesso sembra che si stia ripartendo, anche se molto a passo di lumaca. Si cerca di fare quello che più si riesce. Gli imprenditori, in generale, sono sconfortati. Non si può investire totalmente al buio, perché non sappiamo come andranno le cose anche dopo i vaccini, date le varianti. Tuttavia, è impossibile pensare di sostenere un’altra situazione come quella che abbiamo vissuto dal 2020 in poi. C’è uno sconforto da parte delle aziende, nel mondo del business. Alcune decisioni potrebbero risultare dannose. Per adesso, la maggior parte degli imprenditori sta cercando di capire quale potrebbe essere il futuro sotto questo aspetto. Nel mio caso, intraprendendo la strada delle produzioni televisive, si è più sicuri perché la televisione, bene o male, resta comunque attiva”.

La produzione televisiva era qualcosa che aveva già in mente oppure è subentrata in un secondo momento?

Assolutamente, ce l’avevo in mente da qualche anno. Anche se, prima di attivare un percorso del genere, bisogna avere i collaboratori giusti o, per meglio dire, le persone giuste al momento giusto. Senza una squadra non si va da nessuna parte. I miei lavori li ho sempre basati sui miei collaboratori. Per me sono una parte fondamentale dell’azienda. La produzione televisiva fa parte di un sistema che, fino ad oggi, non abbiamo fatto. E’ dunque necessario circondarsi di professionisti, di gente valida che ti dà garanzie sia di qualità, sia di presenza”.

Com’è gestire un’agenzia importante e riconosciuta come la Unique?

E’ molto impegnativo. In un’agenzia impostata come la mia ho tante situazioni da gestire e da affrontare. Ci sono relazioni mediatiche d’ufficio stampa; i lavori che faccio con i personaggi dello spettacolo; le strategie di marketing per le aziende e i brand. Di principio, siamo divisi per settore: quando facciamo un lavoro per il settore musica, abbiamo le persone addette specifiche; se lavoriamo per lo spettacolo, altrettanto. E così via. In ogni settore, abbiamo le persone giuste al posto giusto. Sulla scelta di chi sta nel mio team sono molto attento. Cerco il meglio per ogni categoria, che retribuisco per il valore che ha. La parte remunerativa non è la primaria, ma resta importante perché stimola le persone ad affrontare nuove sfide, oltre che a vivere una vita professionale e privata totalmente serena. I collaboratori, per me, sono la prima macchina del sistema, che è importantissima. Noi imprenditori, senza di loro, non possiamo andare avanti. Così come noi diventiamo una certezza per loro. Alla Unique siamo tutti molto trasparenti tra di noi, qualunque sia il ruolo che ricopriamo. E’ una regola che fa parte del decalogo della mia azienda”.

L’agenzia ha sede in Svizzera. C’è un perché dietro a questa scelta?

Sì, dodici anni fa mi sono spostato da Napoli. E’ una scelta che è dipesa dalla qualità della vita che qui, in Svizzera, si ha. E’ un territorio vicino all’Italia, che mi permette di essere presente anche nella nostra nazione, qualora lo volessi, tutti i giorni. La qualità della vita è davvero top; permetterà quindi ai miei figli, un domani, di avere un percorso in linea con quella che è la mentalità elvetica. Sicuramente, la Svizzera è diversa dall’Italia: qui funziona tutto e bene. L’importante è adattarsi alle regole e comportarsi nella maniera giusta. Se riesci a fare questo, a adattarti, è una nazione che ti dà veramente tanto”.

La Unique è comunque il frutto di un percorso graduale che è avvenuto nella sua vita.

“Assolutamente sì. Prima ero un agente di commercio, ma lavoravo già per le grandi firme per quanto riguarda il settore regalistica. Da lì, mi sono trasferito e ho fondato la Unique. Sono arrivati gli eventi, poi la gestione dei personaggi dello spettacolo, il comparto moda e il marketing e la comunicazioni. Fino a quando, ad oggi, non ho deciso di lanciarmi anche nel settore delle produzioni televisive. Se ci pensa, questa novità è un po’ il fiore all’occhiello. Aggiungendola, sono completo a 360° a livello professionale nel mio settore specifico”.

Possiamo citare qualche vip che rappresenta?

In realtà, io lavoro un po’ con tutti. Posso citarle, tra i tanti, Valeria Marini, Nina Moric

ad Emanuela Tittocchia. Di principio, non faccio un contratto in esclusiva con nessuno.

Non mi definisco un manager, ma un imprenditore dello spettacolo. Nel momento in

cui c’è un lavoro da fare e progettare, propongo al cliente il personaggio che può

essere più adatto allo stesso. Se il personaggio in questione viene ingaggiato, io

divento anche il suo manager in quel momento. Finito quel percorso, ognuno

ritorna sulle proprie strade. Lavoro a progetto. In base al lavoro proposto, si studia

poi il personaggio più adatto e facciamo il lavoro in collaborazione. Tuttavia, non

nego che c’è anche chi si è trovato molto bene con me, al punto tale che mi chiede per primo di gestire dei lavori insieme. In quel caso, li inserisco all’interno del mio piano lavorativo”.

Immagino che il suo lavoro, in questi ultimi anni, sia sempre più competitivo, soprattutto per via dell’avvento dei social e con le varie promozioni?

I social sicuramente hanno portato un certo assorbimento di concorrenza. Lì sembra che tutti vogliano diventare famosi ed economicamente ricchi, senza però fare nulla. Purtroppo, la gente non ha capito che per arrivare a certi obiettivi bisogna lavorare duramente, anche per più di 10 ore al giorno se è il caso. Per me i social, per il 90%, sono una sorta di maschera. La vita va al di là degli stessi. Evidenziano il benessere in un mondo on line che evidentemente non è veritiero. C’è molta apparenza e finzione dietro. Chiaramente, se si vogliono ottenere dei risultati gratificanti durante il percorso di vita non basta stare sui social. Devi lavorare duramente, sudartela e fare dei sacrifici. Chi la pensa così non ha capito come funziona il mondo”.

Roberto Chevalier, lavoce delle star di Hollywood

Roberto Chevalier sarà nuovamente la voce di Tom Cruise nel seguito di Top Gun. Un film di cui l’attore e doppiatore di grande esperienza attende, con gioia, l’uscita nelle sale.

E’ un film che può uscire soltanto al cinema con quelle belle riprese aeree che ha. E’ spettacolare, esattamente come il primo, motivo per il quale va visto al cinema. In caso contrario, perderebbe ogni magia, che è data dagli effetti, dai rumori, dal grande schermo. Tra l’altro, dopo l’estate, doppierò anche Mission: Impossible 7, sempre con Tom Cruise. L’ho doppiato in più di 35 film in 30 anni; sono particolarmente legato a lui. E’ una cosa importante e bella per il pubblico, che sa che il suo attore è quello con quella personalità, sonorità, espressività ed emotività”.

Inoltre, Chevalier presterà la voce ad Andy Garcia in una nuova serie prodotto per Disney+…

Nella serie Rebel sarò la voce di Andy Garcia. E’ un prodotto molto intrigante; lo definirei un giallo psicologico. Garcia interpreta un avvocato molto tosto, che è capacissimo di portare in scena perché è bravissimo. Non so come evolverà il personaggio. Per ora lo doppierò in tre e quattro puntate”.

Infine, Roberto Chevalier è il direttore del doppiaggio di Grand Hotel, la nuova serie iberica che sta andando attualmente in onda su Canale 5.

Grand Hotel è molto intrigante. Noto che il pubblico si sta incuriosendo; in primis perché è ansioso di sapere come andranno a finire tutte le storie. E’ curata nei minimi; gli attori sono davvero molto bravi, oltre che bellissimi. Essendo ambientata nella Spagna del 1900, ha un suo linguaggio curato e studiato per l’epoca”.

Edoardo Velo, volto amatissimo della fiction e dello spettacolo italiano

Il percorso di attore di Edoardo Velo è incominciato fin da quando aveva vent’anni, grazie al ruolo ottenuto nel Ferdinando di Annibale Ruccello nello spettacolo, prodotto dal teatro Argentina di Roma, con il regista Mario Missiroli. Una passione, quella per la recitazione, che aveva fin da bambino.

Fin da quando ero bambino, mi è stato detto con ironia, che dovevo fare l’attore, che è un mestiere che corrisponde appieno a quelle che sono le mie propensioni.  Sento che questo è il mio lavoro perché lo faccio sempre con grande gioia, anche se sono costretto al sacrificio e alla dedizione. Ricordo tutte le tappe che ho fatto, come quella del Dongiovanni e il suo servo con il grande Corrado Pani”.

Dopo 15 anni di teatro, è arrivata per Edoardo le televisione, dove ha ottenuto ruoli in fiction e soap di prestigio: da Ricominciare per la Rai a Vivere, che gli ha dato una grande popolarità grazie al cattivo Danilo Sarpi. Ci sono state poi Un posto al sole; La ladra e Provaci ancora prof! con Veronica Pivetti, La donna che ritorna con l’indimenticabile Virna Lisa, Il generale Dalla Chiesa con Giancarlo Giannini. E per finire Sorelle di Cinzia TH Torrini con Anna Valle e Loretta Goggi e l’esperienza con Terence Hill in Don Matteo. Esperienze che andranno a sommarsi ai suoi progetti futuri.

Per il futuro, sto cercando di rilevare una produzione, che attualmente è abbastanza corteggiata sia da Netflix, sia da Sky. Vorrei scegliere la partnership più giusta, in base alla disponibilità e con dei collaboratori più esperti di me. E’ un progetto che parla di un grande generale romano”.

Nel corso della pandemia, nei momenti di isolamento, Velo ha ideato delle forme di comunicazione con i suoi amici della Nazionale Calcio Attori. Attraverso uno streaming, ha creato infatti una vera e propria trasmissione che conduceva e dove si sono alternati vari ospiti d’eccezione come Agostino Penna, ma anche Andrea Preti, Domenico Fortunato e tanti altri. Edoardo fa infatti parte della Nazionale Italiana Calcio Attori fondata da Pier Paolo Pasolini nel 1971 da oltre vent’anni.

Faccio parte con orgoglio della Nazionale Calcio Attori 1971, fondata da Pier Paolo Pasolini, Ninetto Davoli e Olivio Lozzi, che è il papà onorario della squadra. E’ stata fondata e portata avanti fino ai giorni d’oggi. In queste ultime settimane abbiamo quindi festeggiato il cinquantenario, con tute nuove per onorarla. Sono socio e consigliere della Nazionale, sono stato nel direttivo, nella disciplinare. La Nazionale mi inorgoglisce perché è una Onlus, attiva molto nel mondo del sociale e della solidarietà. Abbiamo dato grossi contribuiti per le persone in difficoltà

Con la Nazionale Italiana Calcio Attori, Velo è stato uno dei protagonisti de La Partita, l’evento tramesso da Rai2 in onore di Diego Armando Maradona.

Da napoletano e tifoso del Napoli, sono ovviamente innamorato all’ennesima potenza di quella grande icona che è stato Maradona. Correre e calciare un pallone sullo stesso campo dove ha giocato lui è stata, neanche a dirlo, una grande emozione. Ho potuto conoscere nella serata anche il figlio Diego Junior, a cui abbiamo consegnato una targa. E’ una persona adorabile”.

Diego Sanchez, attore, cantante, musicista e showman, artista a 360gradi

Diego Sanchez, attore, cantante, musicista e showman a tutto tondo ha cominciato a studiare pianoforte fin dall’età di sei anni, grazie al padre musicista. Un percorso artistico dove ha avuto modo, tra l’altro, di avere come insegnanti di canto Tosca e Rossana Casale.

Ho avuto esperienze sia in teatro, sia in televisione. Ho fatto piccoli ruoli, che comunque mi hanno insegnato tantissimo. Dico sempre , tra me e me, che l’ultima esperienza è sempre la più bella, perché si unisce a quelle precedenti che mi hanno già formato. In questo caso, sto parlando de Il commissario Ricciardi con la regia di Alessandro D’Alatri, che è bravissimo, un maestro di grandissima levatura”.

Nel suo percorso artistico, Sanchez ha avuto modo di lavorare con tante primedonne della televisione: da Angela Melillo ad  Antonella Elia, passando per Matilde Brandi, Justine Mattera e Nadia Rinaldi. In futuro, non esclude, qualora glielo proponessero, di partecipare ad un reality show.

La parte più razionale, creativa e legata all’arte, che fa parte di Diego, non parteciperebbe. Sanchez, invece, è sicuramente più istintivo e commerciale, ragion per cui almeno valuterebbe la proposta. Comunque sia, tra una fiction, uno spettacolo teatrale o un reality opterei sempre per i primi due. Ad ogni modo, bisogna anche tener conto del fatto che grazie ai reality, spesso snobbati, sono venuti fuori anche tanti personaggi importanti. Mi viene in mente, ad esempio, Luca Argentero, che ha partecipato al Grande fratello, oppure Tommaso Zorzi, uno degli ultimi in ordine di tempo, che è dotato di grande simpatia, oltre che un ragazzo pieno di cultura e con tante cose da dire”.

Diego non insegue ad ogni costo il successo, ma per il futuro sogna di essere conosciuto maggiormente a livello nazionale, così come è già stimato in Sicilia e in Campania, ma anche a Roma grazie ai tanti anni passati col Bagaglino al Salone Margherita.

In futuro mi piacerebbe avere la serenità di affiggere per strada un mio manifesto, consapevole del fatto che la gente verrà a vedermi perché convinta che sarà un bello spettacolo. Il mio sogno è questo”.

Eleonora Pieroni, ambasciatrice del Made in Italy negli States

L’attrice e modella italiana Eleonora Pieroni ha da poco ricevuto un prestigioso premio come

Ambasciatrice del Made in Italy e della Moda negli Stati Uniti da Fondazione ITALY, titolare del progetto

DOVE – Dove Vivo all’Estero, associazione no profit di cui fa parte. Un riconoscimento raggiunto anche

per via del suo impegno per la trasmissione della cultura italiana in America, nazione dove vive insieme

al marito Domenico Vacca, proprio come ci ha raccontato in questa intervista.

Salve Eleonora, fa parte dell’associazione DOVE. Come prima cosa, può spiegarci che cos’è?

“DOVE è un progetto che vuole essere un ponte tra l’Italia, la cultura italiana, l’italianità e gli

italiani residenti all’estero, i discendenti e gli amanti dell’Italia. Naturalmente raggruppa anche

gli italiani e gli italoamericani, con discendenza italiana, che vivono in America o che lavorano

negli Stati Uniti. Per tale motivo, al suo interno ci sono tante persone che appartengono a

diverse categorie. Alcune sono impegnate nel business, altre nella moda, nel cinema e nei più

variegati contesti. E’ una rete di lavoro, un networking, che ha come elemento principale l’italianità”.

Di che tipo di progetti vi occupate al fine di promuovere l’italianità?

“Per la giornata di Dante, ad esempio, abbiamo realizzato il progetto ‘DOVE per Dante700’: un

video, dove ognuno di noi leggeva una parte significativa della Divina Commedia,

tratta dall’Inferno, dal Purgatorio e dal Paradiso. Ci sono poi tanti altri eventi, organizzati

in America e in Italia. A capo di questa associazione c’è il Dott. Massimiliano Ferrara, che

è il Fondatore e Presidente di Fondazione ITALY  e ideatore di DOVE, che sta a significare

Dove (Do) Vivo (V) all’estero (E). Tra i prossimi impegni, posso dirle che il prossimo 22 maggio,

in diretta streaming, ci sarà il Columbus International Award (tavola rotonda e premio) con

collegamenti da diverse parti del mondo e con autorevoli interventi anche di associazioni che si sono distinte negli anni per la diffusione dell’italianità e della cultura italiana. Nei prossimi mesi avremo anche un omaggio al grande artista italiano Caruso, noto in tutto il mondo anche per O’ Sole Mio, ma anche eventi di moda e sulla canzone italiana”.

Quando è nata l’associazione Dove?

“E’ un’associazione piuttosto giovane, nata qualche anno fa. E’ un gruppo molto interattivo: al suo interno ci sono giornalisti, editori. Personalmente, ho ricevuto il premio in quanto promotrice del Made in Italy e della Moda negli Stati Uniti, sia per la mia carriera di modella, sia per il ruolo di collaboratrice nella casa di moda che ho con mio marito Domenico Vacca”.

Immagino sia stata onorata di ricevere un riconoscimento, no?

“Beh, sì. Ricevere premi fa sempre piacere perché gratificano l’impegno che uno ci mette. Negli ultimi anni, mi hanno riconosciuto diversi titoli. Ovviamente, data la pandemia, le cose sono state rallentate in questi due anni, ma se vado a ritroso mi rendo conto che sono state fatte tantissime cose sia per il business privato, ma anche per la promozione in America della mia regione, l’Umbria, con la Quintana di Foligno. Da parte mia, ci ho messo davvero tanto impegno”.

Tramandare l’italianità all’estero, tra l’altro, è una cosa molto importante.

“Penso che sia nell’indole dell’essere umano quello di trasmettere una conoscenza.

E’ un’azione che fai con un figlio, con un nipote; ad un adulto viene istintivo farlo con

una persona più giovane. E’ una cosa, questa della trasmissione, che fa parte senz’altro

del mio background. Sono laureata come maestra e, per un breve periodo, ho insegnato.

Trasmettere ciò che so è qualcosa che mi è rimasto dentro. Ed ammetto che più cresco,

più sento il bisogno di mettere al servizio degli altri le mie conoscenze, anche senza retribuzione ma per l’orgoglio e la passione di farlo. Organizzare la Quintana di Foligno a New York è stata un po’ una vocazione, ma soprattutto una passione per ‘trasmettere’ la cultura e la tradizione della mia città agli americani”.

Come mai questa scelta di importare la cultura italiana in America?

“Partiamo da un dato di fatto. Come la tradizione della Quintana di Foligno ce ne sono altre bellissime in tutta Italia. Tornando alla domanda, sapevo che gli americani avrebbero gradito se fossero venuti a conoscenza di quante cose belle facciamo nei nostri paesi con la cultura italiana, tra l’altro per il semplice piacere di farle, dato che la maggior parte delle persone che si occupano di organizzare questi eventi sono volontarie. Quello che facciamo noi con la Quintana è un set cinematografico a cielo aperto. Mi sono detta che gli americani dovevano assolutamente conoscerla. Ho agito d’istinto: ho avuto l’impeto di trasmettere la nostra cultura”.

E’ l’ha fatto egregiamente, dato tutti i riconoscimenti che poi sono arrivati.

“Lo spero. Tuttavia, posso dire con emozione che il mio lavoro è stato molto apprezzato. A due anni di distanza, si parla ancora di quello che è stato fatto per la Quintana. E’ una cosa bella, che è rimasta nella storia della mia città e non solo e quando si scrive la storia si crea anche la leggenda. Sono felice di pensare che le nuove generazioni di folignati possano considerarmi non solo come la “Miss di Foligno” ma come colei che ha portato alto il nome della Giostra della Quintana in America. Speriamo che dopo la pandemia si possa tornare a fare eventi soprattutto in promozione del Made in Italy e del turismo dato che il nostro è l’unico Paese che, a causa del Covid, soffre ancora da questo punto di vista. E invece potremmo vivere di sola rendita del turismo.  Parlando di storia di cultura ed enogastronomia possiamo portare nuovamente i turisti nella nostra nazione. Le manifestazioni e gli eventi, in fin dei conti, servono anche per promuovere il nostro Paese, affinché gli stranieri possano visitare l’Italia e godere delle nostre bellezze”.

Ha dovuto sacrificare tanto tempo per portare a termine questo progetto?

“Certo, ci vuole molto tempo e dedizione. Devi sacrificare qualcosa di te per metterlo a disposizione di qualcos’altro, sperando che ti faccia ottenere dei  buoni risultati. Io so di aver messo a disposizione le mie conoscenze e la mia capacità organizzativa. Ci ho lavorato per quasi un anno in collaborazione con la regione Umbria e l’Ente Giostra Quintana. Ho fatto incontri quasi giornalieri con l’Istituto di cultura, l’ENIT (ente nazionale turismo italiano), il Consolato Italiano, la Columbus Fondation. Sono stati mesi di pubbliche relazioni, organizzazione, comunicazione e marketing. Capitanare tutta questa grande macchina organizzativa tra Italia e America è stato impegnativo ma bellissimo. Un impegno che ho svolto per la passione e l’amore che nutro per la mia terra”.