Chiara D’Ambrosio, vince l’Oscar della tv americana il Daytime Award 2021

Importantissimo riconoscimento per la giovanissima Chiara D’Ambrosio. L’attrice

di origine italiana, negli scorsi giorni ha vinto infatti il Daytime Emmy Award 2021,

nella categoria Miglior Giovane Attore in una Fiction dal Daytime, per il ruolo Regan Sanders

nella sesta stagione di The Bay, la serie digitale di grandissimo successo.

Un vero e proprio primato per la ragazza, dato che è la prima a vincere tale categoria, messa

in essere proprio a partire da quest’anno. Un premio a cui la D’Ambrosio ha potuto ambire

insieme alla sorella gemella Bianca, candidata nella stessa categoria grazie al personaggio

di Frankie Sanders in The Bay, dove entrambe recitano. Insieme alle due, ad ambire alla

statuetta c’erano Arista Arhin di Lockdown, Isaac Arellanes di Ghostwriter, Madison Reyes

di Julie and the Phantoms e Amir Wilson di The Letter for the King.

Una carriera, quella della sorelle Chiara e Bianca d’Ambrosio, partita grazie alla soap opera The Young and The Restless, che da noi in Italia veniva trasmessa con il titolo di Febbre D’Amore. I primi tasselli di un percorso artistico, culminato in un Emmy nel caso di Chiara, che sarà sicuramente costellato di successi.

lasse 2005, Chiara D’Ambrosio nasce . 17enne, il prossimo 28 Aprile, nasce sotto il segno del Toro.

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Dilfs (2012) di dove ha interpretato la parte di Violet.

Nel 2020 ha inoltre lavorato con Angela C. Tortu, Kacie Anning, Erin Ehrlich, Gina Lamar, Melanie Mayron, Viet Nguyen, Gina Rodriguez, Fernando Sariñana per la realizzazione del film Elena, diventerò Presidente – Stagione 1 dove ha interpretato la parte di Cassie.

SHER B, tutte le novità della star della musica internazionale

SHER B – CHI E?


Nome: Mario

Cognome: Spataro

Nome d’Arte: Sher B.

Nato in Calabria

Altezza: 184 cm

Professione: Cantante, pianista, percussionista, marimbista, solista e compositore in Italia e all’estero

Mario Spataro, conosciuto anche con lo pseudonimo di Sher B., si è appassionato alla musica fin da quando era bambino grazie al suo orecchio assoluto. Inizialmente pianista ed organista, all’età di 14 anni ha scoperto anche il mondo delle percussioni e la batteria. Ha vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali come il “Tournoi Internazional De Music, Paris”, “L.H Stevens Special Prize, New York Foundation”e  “Austria int. Awards”. Un percorso artistico che è stato impreziosito dallo studio fatto con artisti del calibro di L.H Stevens, M.J. Burrit, M.Queen, J.Beck, R.Holly, T.Adams, N.J Zivkovic, K. Aleo, I. Bilic, M. Klimasara, R.Wiener, N.Groover, Keiko Abe, L. Morleo.

Ha suonato in diverse parti d’Europa: dall’Italia alla Spagna, passando per la Grecia, l’Austria, la Repubblica Ceca, la Francia, il Belgio, la Germania, la Svizzera e tante altre. Gli è stata conferita La Medaglia al Valore Musicale dalla Camera dei deputati italiana. E’ insegnante a Parigi, Nizza e Montecarlo. Oltre al successo nel repertorio di musica classica, il polistrumentista Spataro alterna la professione di marimbista a quella nella musica dancehall, reggae e hip hop, dove ogni giorno raccoglie tantissimi seguaci.

Ha fondato due case discografiche: la Warrior Inc e la Sher B. Empire. Il suo ultimo album, intitolato ‘M Ashanty, è uscito il 1^ gennaio 2021 e contiene al suo interno dodici tracce. Sono poche le informazioni sulla sua vita privata. Su Instagram è seguito da circa 90.000 follower. Tra i suoi progetti futuri c’è quello di lanciare una nuova linea di profumi.

Salvatore Martusciello, fondatore dell’agenzia Unique Management & Communication.

Intervista a Martusciello

A tu per tu con Salvatore Martusciello, fondatore dell’agenzia Unique Management & Communication.

Signor Martusciello, a quali progetti si sta dedicando in questo periodo?

Oltre alla gestione di alcuni personaggi dello spettacolo, adesso sto facendo

anche produzione televisiva. Ho il mio staff, sia per quanto riguarda autori e

registi, sia per tutto quello che serve come attrezzatura. Stiamo mettendo giù

un po’ di progetti per il prossimo anno. E’ per me una nuova sfida. Dopo anni

di carriera, sto cercando di fare qualcosa di più a livello televisivo”.

C’è qualche genere a cui vi state dedicando maggiormente?

Per ora è tutto work in progress. Anche se tali progetti abbracciano tutto ciò che può essere attualità, cultura, moda, spettacolo. Dove ci sono delle buone idee, si crea il format. Per poi decidere qual è la rete più adatta dove può essere inserito”.

E’ proprietario della Unique Management & Communication. Come ha vissuto questi ultimi due anni segnati dalla pandemia?

In agenzia va tutto bene, anche se non nego che con l’arrivo della pandemia abbiamo perso abbastanza. Adesso sembra che si stia ripartendo, anche se molto a passo di lumaca. Si cerca di fare quello che più si riesce. Gli imprenditori, in generale, sono sconfortati. Non si può investire totalmente al buio, perché non sappiamo come andranno le cose anche dopo i vaccini, date le varianti. Tuttavia, è impossibile pensare di sostenere un’altra situazione come quella che abbiamo vissuto dal 2020 in poi. C’è uno sconforto da parte delle aziende, nel mondo del business. Alcune decisioni potrebbero risultare dannose. Per adesso, la maggior parte degli imprenditori sta cercando di capire quale potrebbe essere il futuro sotto questo aspetto. Nel mio caso, intraprendendo la strada delle produzioni televisive, si è più sicuri perché la televisione, bene o male, resta comunque attiva”.

La produzione televisiva era qualcosa che aveva già in mente oppure è subentrata in un secondo momento?

Assolutamente, ce l’avevo in mente da qualche anno. Anche se, prima di attivare un percorso del genere, bisogna avere i collaboratori giusti o, per meglio dire, le persone giuste al momento giusto. Senza una squadra non si va da nessuna parte. I miei lavori li ho sempre basati sui miei collaboratori. Per me sono una parte fondamentale dell’azienda. La produzione televisiva fa parte di un sistema che, fino ad oggi, non abbiamo fatto. E’ dunque necessario circondarsi di professionisti, di gente valida che ti dà garanzie sia di qualità, sia di presenza”.

Com’è gestire un’agenzia importante e riconosciuta come la Unique?

E’ molto impegnativo. In un’agenzia impostata come la mia ho tante situazioni da gestire e da affrontare. Ci sono relazioni mediatiche d’ufficio stampa; i lavori che faccio con i personaggi dello spettacolo; le strategie di marketing per le aziende e i brand. Di principio, siamo divisi per settore: quando facciamo un lavoro per il settore musica, abbiamo le persone addette specifiche; se lavoriamo per lo spettacolo, altrettanto. E così via. In ogni settore, abbiamo le persone giuste al posto giusto. Sulla scelta di chi sta nel mio team sono molto attento. Cerco il meglio per ogni categoria, che retribuisco per il valore che ha. La parte remunerativa non è la primaria, ma resta importante perché stimola le persone ad affrontare nuove sfide, oltre che a vivere una vita professionale e privata totalmente serena. I collaboratori, per me, sono la prima macchina del sistema, che è importantissima. Noi imprenditori, senza di loro, non possiamo andare avanti. Così come noi diventiamo una certezza per loro. Alla Unique siamo tutti molto trasparenti tra di noi, qualunque sia il ruolo che ricopriamo. E’ una regola che fa parte del decalogo della mia azienda”.

L’agenzia ha sede in Svizzera. C’è un perché dietro a questa scelta?

Sì, dodici anni fa mi sono spostato da Napoli. E’ una scelta che è dipesa dalla qualità della vita che qui, in Svizzera, si ha. E’ un territorio vicino all’Italia, che mi permette di essere presente anche nella nostra nazione, qualora lo volessi, tutti i giorni. La qualità della vita è davvero top; permetterà quindi ai miei figli, un domani, di avere un percorso in linea con quella che è la mentalità elvetica. Sicuramente, la Svizzera è diversa dall’Italia: qui funziona tutto e bene. L’importante è adattarsi alle regole e comportarsi nella maniera giusta. Se riesci a fare questo, a adattarti, è una nazione che ti dà veramente tanto”.

La Unique è comunque il frutto di un percorso graduale che è avvenuto nella sua vita.

“Assolutamente sì. Prima ero un agente di commercio, ma lavoravo già per le grandi firme per quanto riguarda il settore regalistica. Da lì, mi sono trasferito e ho fondato la Unique. Sono arrivati gli eventi, poi la gestione dei personaggi dello spettacolo, il comparto moda e il marketing e la comunicazioni. Fino a quando, ad oggi, non ho deciso di lanciarmi anche nel settore delle produzioni televisive. Se ci pensa, questa novità è un po’ il fiore all’occhiello. Aggiungendola, sono completo a 360° a livello professionale nel mio settore specifico”.

Possiamo citare qualche vip che rappresenta?

In realtà, io lavoro un po’ con tutti. Posso citarle, tra i tanti, Valeria Marini, Nina Moric

ad Emanuela Tittocchia. Di principio, non faccio un contratto in esclusiva con nessuno.

Non mi definisco un manager, ma un imprenditore dello spettacolo. Nel momento in

cui c’è un lavoro da fare e progettare, propongo al cliente il personaggio che può

essere più adatto allo stesso. Se il personaggio in questione viene ingaggiato, io

divento anche il suo manager in quel momento. Finito quel percorso, ognuno

ritorna sulle proprie strade. Lavoro a progetto. In base al lavoro proposto, si studia

poi il personaggio più adatto e facciamo il lavoro in collaborazione. Tuttavia, non

nego che c’è anche chi si è trovato molto bene con me, al punto tale che mi chiede per primo di gestire dei lavori insieme. In quel caso, li inserisco all’interno del mio piano lavorativo”.

Immagino che il suo lavoro, in questi ultimi anni, sia sempre più competitivo, soprattutto per via dell’avvento dei social e con le varie promozioni?

I social sicuramente hanno portato un certo assorbimento di concorrenza. Lì sembra che tutti vogliano diventare famosi ed economicamente ricchi, senza però fare nulla. Purtroppo, la gente non ha capito che per arrivare a certi obiettivi bisogna lavorare duramente, anche per più di 10 ore al giorno se è il caso. Per me i social, per il 90%, sono una sorta di maschera. La vita va al di là degli stessi. Evidenziano il benessere in un mondo on line che evidentemente non è veritiero. C’è molta apparenza e finzione dietro. Chiaramente, se si vogliono ottenere dei risultati gratificanti durante il percorso di vita non basta stare sui social. Devi lavorare duramente, sudartela e fare dei sacrifici. Chi la pensa così non ha capito come funziona il mondo”.

Roberto Chevalier, lavoce delle star di Hollywood

Roberto Chevalier sarà nuovamente la voce di Tom Cruise nel seguito di Top Gun. Un film di cui l’attore e doppiatore di grande esperienza attende, con gioia, l’uscita nelle sale.

E’ un film che può uscire soltanto al cinema con quelle belle riprese aeree che ha. E’ spettacolare, esattamente come il primo, motivo per il quale va visto al cinema. In caso contrario, perderebbe ogni magia, che è data dagli effetti, dai rumori, dal grande schermo. Tra l’altro, dopo l’estate, doppierò anche Mission: Impossible 7, sempre con Tom Cruise. L’ho doppiato in più di 35 film in 30 anni; sono particolarmente legato a lui. E’ una cosa importante e bella per il pubblico, che sa che il suo attore è quello con quella personalità, sonorità, espressività ed emotività”.

Inoltre, Chevalier presterà la voce ad Andy Garcia in una nuova serie prodotto per Disney+…

Nella serie Rebel sarò la voce di Andy Garcia. E’ un prodotto molto intrigante; lo definirei un giallo psicologico. Garcia interpreta un avvocato molto tosto, che è capacissimo di portare in scena perché è bravissimo. Non so come evolverà il personaggio. Per ora lo doppierò in tre e quattro puntate”.

Infine, Roberto Chevalier è il direttore del doppiaggio di Grand Hotel, la nuova serie iberica che sta andando attualmente in onda su Canale 5.

Grand Hotel è molto intrigante. Noto che il pubblico si sta incuriosendo; in primis perché è ansioso di sapere come andranno a finire tutte le storie. E’ curata nei minimi; gli attori sono davvero molto bravi, oltre che bellissimi. Essendo ambientata nella Spagna del 1900, ha un suo linguaggio curato e studiato per l’epoca”.

Edoardo Velo, volto amatissimo della fiction e dello spettacolo italiano

Il percorso di attore di Edoardo Velo è incominciato fin da quando aveva vent’anni, grazie al ruolo ottenuto nel Ferdinando di Annibale Ruccello nello spettacolo, prodotto dal teatro Argentina di Roma, con il regista Mario Missiroli. Una passione, quella per la recitazione, che aveva fin da bambino.

Fin da quando ero bambino, mi è stato detto con ironia, che dovevo fare l’attore, che è un mestiere che corrisponde appieno a quelle che sono le mie propensioni.  Sento che questo è il mio lavoro perché lo faccio sempre con grande gioia, anche se sono costretto al sacrificio e alla dedizione. Ricordo tutte le tappe che ho fatto, come quella del Dongiovanni e il suo servo con il grande Corrado Pani”.

Dopo 15 anni di teatro, è arrivata per Edoardo le televisione, dove ha ottenuto ruoli in fiction e soap di prestigio: da Ricominciare per la Rai a Vivere, che gli ha dato una grande popolarità grazie al cattivo Danilo Sarpi. Ci sono state poi Un posto al sole; La ladra e Provaci ancora prof! con Veronica Pivetti, La donna che ritorna con l’indimenticabile Virna Lisa, Il generale Dalla Chiesa con Giancarlo Giannini. E per finire Sorelle di Cinzia TH Torrini con Anna Valle e Loretta Goggi e l’esperienza con Terence Hill in Don Matteo. Esperienze che andranno a sommarsi ai suoi progetti futuri.

Per il futuro, sto cercando di rilevare una produzione, che attualmente è abbastanza corteggiata sia da Netflix, sia da Sky. Vorrei scegliere la partnership più giusta, in base alla disponibilità e con dei collaboratori più esperti di me. E’ un progetto che parla di un grande generale romano”.

Nel corso della pandemia, nei momenti di isolamento, Velo ha ideato delle forme di comunicazione con i suoi amici della Nazionale Calcio Attori. Attraverso uno streaming, ha creato infatti una vera e propria trasmissione che conduceva e dove si sono alternati vari ospiti d’eccezione come Agostino Penna, ma anche Andrea Preti, Domenico Fortunato e tanti altri. Edoardo fa infatti parte della Nazionale Italiana Calcio Attori fondata da Pier Paolo Pasolini nel 1971 da oltre vent’anni.

Faccio parte con orgoglio della Nazionale Calcio Attori 1971, fondata da Pier Paolo Pasolini, Ninetto Davoli e Olivio Lozzi, che è il papà onorario della squadra. E’ stata fondata e portata avanti fino ai giorni d’oggi. In queste ultime settimane abbiamo quindi festeggiato il cinquantenario, con tute nuove per onorarla. Sono socio e consigliere della Nazionale, sono stato nel direttivo, nella disciplinare. La Nazionale mi inorgoglisce perché è una Onlus, attiva molto nel mondo del sociale e della solidarietà. Abbiamo dato grossi contribuiti per le persone in difficoltà

Con la Nazionale Italiana Calcio Attori, Velo è stato uno dei protagonisti de La Partita, l’evento tramesso da Rai2 in onore di Diego Armando Maradona.

Da napoletano e tifoso del Napoli, sono ovviamente innamorato all’ennesima potenza di quella grande icona che è stato Maradona. Correre e calciare un pallone sullo stesso campo dove ha giocato lui è stata, neanche a dirlo, una grande emozione. Ho potuto conoscere nella serata anche il figlio Diego Junior, a cui abbiamo consegnato una targa. E’ una persona adorabile”.

Diego Sanchez, attore, cantante, musicista e showman, artista a 360gradi

Diego Sanchez, attore, cantante, musicista e showman a tutto tondo ha cominciato a studiare pianoforte fin dall’età di sei anni, grazie al padre musicista. Un percorso artistico dove ha avuto modo, tra l’altro, di avere come insegnanti di canto Tosca e Rossana Casale.

Ho avuto esperienze sia in teatro, sia in televisione. Ho fatto piccoli ruoli, che comunque mi hanno insegnato tantissimo. Dico sempre , tra me e me, che l’ultima esperienza è sempre la più bella, perché si unisce a quelle precedenti che mi hanno già formato. In questo caso, sto parlando de Il commissario Ricciardi con la regia di Alessandro D’Alatri, che è bravissimo, un maestro di grandissima levatura”.

Nel suo percorso artistico, Sanchez ha avuto modo di lavorare con tante primedonne della televisione: da Angela Melillo ad  Antonella Elia, passando per Matilde Brandi, Justine Mattera e Nadia Rinaldi. In futuro, non esclude, qualora glielo proponessero, di partecipare ad un reality show.

La parte più razionale, creativa e legata all’arte, che fa parte di Diego, non parteciperebbe. Sanchez, invece, è sicuramente più istintivo e commerciale, ragion per cui almeno valuterebbe la proposta. Comunque sia, tra una fiction, uno spettacolo teatrale o un reality opterei sempre per i primi due. Ad ogni modo, bisogna anche tener conto del fatto che grazie ai reality, spesso snobbati, sono venuti fuori anche tanti personaggi importanti. Mi viene in mente, ad esempio, Luca Argentero, che ha partecipato al Grande fratello, oppure Tommaso Zorzi, uno degli ultimi in ordine di tempo, che è dotato di grande simpatia, oltre che un ragazzo pieno di cultura e con tante cose da dire”.

Diego non insegue ad ogni costo il successo, ma per il futuro sogna di essere conosciuto maggiormente a livello nazionale, così come è già stimato in Sicilia e in Campania, ma anche a Roma grazie ai tanti anni passati col Bagaglino al Salone Margherita.

In futuro mi piacerebbe avere la serenità di affiggere per strada un mio manifesto, consapevole del fatto che la gente verrà a vedermi perché convinta che sarà un bello spettacolo. Il mio sogno è questo”.

Eleonora Pieroni, ambasciatrice del Made in Italy negli States

L’attrice e modella italiana Eleonora Pieroni ha da poco ricevuto un prestigioso premio come

Ambasciatrice del Made in Italy e della Moda negli Stati Uniti da Fondazione ITALY, titolare del progetto

DOVE – Dove Vivo all’Estero, associazione no profit di cui fa parte. Un riconoscimento raggiunto anche

per via del suo impegno per la trasmissione della cultura italiana in America, nazione dove vive insieme

al marito Domenico Vacca, proprio come ci ha raccontato in questa intervista.

Salve Eleonora, fa parte dell’associazione DOVE. Come prima cosa, può spiegarci che cos’è?

“DOVE è un progetto che vuole essere un ponte tra l’Italia, la cultura italiana, l’italianità e gli

italiani residenti all’estero, i discendenti e gli amanti dell’Italia. Naturalmente raggruppa anche

gli italiani e gli italoamericani, con discendenza italiana, che vivono in America o che lavorano

negli Stati Uniti. Per tale motivo, al suo interno ci sono tante persone che appartengono a

diverse categorie. Alcune sono impegnate nel business, altre nella moda, nel cinema e nei più

variegati contesti. E’ una rete di lavoro, un networking, che ha come elemento principale l’italianità”.

Di che tipo di progetti vi occupate al fine di promuovere l’italianità?

“Per la giornata di Dante, ad esempio, abbiamo realizzato il progetto ‘DOVE per Dante700’: un

video, dove ognuno di noi leggeva una parte significativa della Divina Commedia,

tratta dall’Inferno, dal Purgatorio e dal Paradiso. Ci sono poi tanti altri eventi, organizzati

in America e in Italia. A capo di questa associazione c’è il Dott. Massimiliano Ferrara, che

è il Fondatore e Presidente di Fondazione ITALY  e ideatore di DOVE, che sta a significare

Dove (Do) Vivo (V) all’estero (E). Tra i prossimi impegni, posso dirle che il prossimo 22 maggio,

in diretta streaming, ci sarà il Columbus International Award (tavola rotonda e premio) con

collegamenti da diverse parti del mondo e con autorevoli interventi anche di associazioni che si sono distinte negli anni per la diffusione dell’italianità e della cultura italiana. Nei prossimi mesi avremo anche un omaggio al grande artista italiano Caruso, noto in tutto il mondo anche per O’ Sole Mio, ma anche eventi di moda e sulla canzone italiana”.

Quando è nata l’associazione Dove?

“E’ un’associazione piuttosto giovane, nata qualche anno fa. E’ un gruppo molto interattivo: al suo interno ci sono giornalisti, editori. Personalmente, ho ricevuto il premio in quanto promotrice del Made in Italy e della Moda negli Stati Uniti, sia per la mia carriera di modella, sia per il ruolo di collaboratrice nella casa di moda che ho con mio marito Domenico Vacca”.

Immagino sia stata onorata di ricevere un riconoscimento, no?

“Beh, sì. Ricevere premi fa sempre piacere perché gratificano l’impegno che uno ci mette. Negli ultimi anni, mi hanno riconosciuto diversi titoli. Ovviamente, data la pandemia, le cose sono state rallentate in questi due anni, ma se vado a ritroso mi rendo conto che sono state fatte tantissime cose sia per il business privato, ma anche per la promozione in America della mia regione, l’Umbria, con la Quintana di Foligno. Da parte mia, ci ho messo davvero tanto impegno”.

Tramandare l’italianità all’estero, tra l’altro, è una cosa molto importante.

“Penso che sia nell’indole dell’essere umano quello di trasmettere una conoscenza.

E’ un’azione che fai con un figlio, con un nipote; ad un adulto viene istintivo farlo con

una persona più giovane. E’ una cosa, questa della trasmissione, che fa parte senz’altro

del mio background. Sono laureata come maestra e, per un breve periodo, ho insegnato.

Trasmettere ciò che so è qualcosa che mi è rimasto dentro. Ed ammetto che più cresco,

più sento il bisogno di mettere al servizio degli altri le mie conoscenze, anche senza retribuzione ma per l’orgoglio e la passione di farlo. Organizzare la Quintana di Foligno a New York è stata un po’ una vocazione, ma soprattutto una passione per ‘trasmettere’ la cultura e la tradizione della mia città agli americani”.

Come mai questa scelta di importare la cultura italiana in America?

“Partiamo da un dato di fatto. Come la tradizione della Quintana di Foligno ce ne sono altre bellissime in tutta Italia. Tornando alla domanda, sapevo che gli americani avrebbero gradito se fossero venuti a conoscenza di quante cose belle facciamo nei nostri paesi con la cultura italiana, tra l’altro per il semplice piacere di farle, dato che la maggior parte delle persone che si occupano di organizzare questi eventi sono volontarie. Quello che facciamo noi con la Quintana è un set cinematografico a cielo aperto. Mi sono detta che gli americani dovevano assolutamente conoscerla. Ho agito d’istinto: ho avuto l’impeto di trasmettere la nostra cultura”.

E’ l’ha fatto egregiamente, dato tutti i riconoscimenti che poi sono arrivati.

“Lo spero. Tuttavia, posso dire con emozione che il mio lavoro è stato molto apprezzato. A due anni di distanza, si parla ancora di quello che è stato fatto per la Quintana. E’ una cosa bella, che è rimasta nella storia della mia città e non solo e quando si scrive la storia si crea anche la leggenda. Sono felice di pensare che le nuove generazioni di folignati possano considerarmi non solo come la “Miss di Foligno” ma come colei che ha portato alto il nome della Giostra della Quintana in America. Speriamo che dopo la pandemia si possa tornare a fare eventi soprattutto in promozione del Made in Italy e del turismo dato che il nostro è l’unico Paese che, a causa del Covid, soffre ancora da questo punto di vista. E invece potremmo vivere di sola rendita del turismo.  Parlando di storia di cultura ed enogastronomia possiamo portare nuovamente i turisti nella nostra nazione. Le manifestazioni e gli eventi, in fin dei conti, servono anche per promuovere il nostro Paese, affinché gli stranieri possano visitare l’Italia e godere delle nostre bellezze”.

Ha dovuto sacrificare tanto tempo per portare a termine questo progetto?

“Certo, ci vuole molto tempo e dedizione. Devi sacrificare qualcosa di te per metterlo a disposizione di qualcos’altro, sperando che ti faccia ottenere dei  buoni risultati. Io so di aver messo a disposizione le mie conoscenze e la mia capacità organizzativa. Ci ho lavorato per quasi un anno in collaborazione con la regione Umbria e l’Ente Giostra Quintana. Ho fatto incontri quasi giornalieri con l’Istituto di cultura, l’ENIT (ente nazionale turismo italiano), il Consolato Italiano, la Columbus Fondation. Sono stati mesi di pubbliche relazioni, organizzazione, comunicazione e marketing. Capitanare tutta questa grande macchina organizzativa tra Italia e America è stato impegnativo ma bellissimo. Un impegno che ho svolto per la passione e l’amore che nutro per la mia terra”.

Vincent Riotta torna al cinema in un nuovo ruolo

L’attore italo-inglese Vincent Riotta sarà nel cast dell’ultimo film diretto

da Fabrizio Guarducci, che si intitola  Anemos. Nel film, girato in Tuscania,

l’attore interpreterà infatti il ruolo di un eremita nel ‘500, che ha lasciato un convento per andare a trovare il Divino, che il regista ha associato al vento.

“Fabrizio Guarducci vuole ricercare la spiritualità, andando al di là dei dogmi o delle religioni. Questo personaggio, che è esistito nella realtà , è rimasto impresso a Guarducci, anche perché ha rifiutato il ruolo tradizionale del monaco per andare a cercare la vera Divinità, quella che non si può rappresentare su un tetto tramite un dipinto, ma che è spirituale e che abbiamo dentro noi stessi. Il film rimanda ad un concetto che gli antichi greci avevano: che il Divino, la Spiritualità, si trova nel vento”.

Girato durante il lockdown, Anemos è stato per Riotta una delle esperienze

spirituali più belle che ha vissuto, in cui non è mancata la soddisfazione anche

dal punto di vista lavorativo, dato che si è trovato benissimo con la maggior parte del cast.

“Nel cast, oltre a me, ci sono i bravissimi Sebastiano Somma e Giorgia Wurth. Ciascuno

di noi ha sentito la ricerca della Divinità che Guarducci ci ha trasmesso. Quella Divinità

che sta nella natura, nella terra, nel cielo e per Fabrizio nel vento: la stessa che ti porta ad apprezzare tutto il mondo. Anche adesso, dopo mesi e mesi, sono in contatto col regista. E’ una persona affascinante; un umano, che non è perfetto, ma i suoi difetti si possono perdonare. Chi, del resto, non li ha? E’ un uomo normale che è sempre alla ricerca della verità e dell’integrità che c’è dentro”.

Inoltre, Riotta interpreterà lo scienziato italiano Crocco, esistito realmente, nel film Rocketry, diretto da Madhavan, che è anche il protagonista nel ruolo di Nambi.

“Crocco era uno scienziato italiano che ha insegnato ad un collega indiano, Nambi,

tutta la tecnica, la scienza, che c’è dietro la costruzione dei missili, poi mandati nel cielo.

Nambi, che è esistito anche lui nella realtà, era infatti un ingegnere aerospaziale. Questo

scienziato è stato trattato male dallo Stato Indiano, che poi si è scusato con lui. Quella

che racconta il film, è una storia molto attesa, visto che l’India ha dovuto ritrattare, fino

a scusarsi, la sua versione su Nambi, accusato di spionaggio quando non era vero.

Madhavan, che è il regista, attore e una vera star in India, considera questo episodio come un tradimento dello Stato Indiano verso uno dei suoi eroi. Le mie scene sono con lo scienziato; gli insegno come fare e capisco che è un genio. Si crea tra Nambi e Crocco un bellissimo rapporto sullo schermo. Con lo stesso Madhavan, ho stretto un buon rapporto; mi manda pezzettini dei film e mi chiede poi dei consigli”.

Montsè Alcoverro: “Sogno di lavorare nel bel Paese”

Intervista a Montserrat Alcoverro

Si avvicinano sempre di più le puntate clou di Una Vita, le stesse in cui il pubblico italiano dovrà salutare per sempre il personaggio di Ursula Dicenta, interpretato dalla bravissima Montse Alcoverro, ormai diventata uno dei volti più riconoscibili della soap iberica campione d’ascolti di Canale 5. In attesa della sua uscita di scena, la Alcoverro ci ha rilasciato questa nuova intervista, dove ci ha parlato anche di alcuni progetti che spera di portare avanti nel prossimo futuro…

Salve Montse, tutto il pubblico italiano la conosce per il ruolo di Ursula Dicenta, la terribile dark lady nella telenovela Una Vita. Immagino sia un personaggio che le ha dato tanto, anche a livello di attrice.

“Ursula Dicenta è stata un vero e proprio regalo, anche perché è cresciuta molto di più di quello che immaginavamo, rispetto a ciò che era stato deciso quando ho iniziato a girare Acacias 38, il nome che la telenovela ha in Spagna. Penso che il personaggio sia diventato così bello anche per merito degli autori, che hanno saputo scrivere per lei delle trame davvero avvincenti, segno del fatto che hanno riposto la loro fiducia nel personaggio, ma anche in me Montse, attrice”.

Per quale ragione, dal suo punto di vista, Ursula è stata così tanto amata dal pubblico? Non tutte le cattive riescono in questo senso…

“La malvagità di Ursula è senz’altro fuori dai canoni ai quali siamo abituati. Il pubblico, fin dall’inizio, ha incominciato a chiedersi fino a dove potesse spingersi la malvagità di Ursula; l’ha seguita per questo. Tuttavia, e mi duole dirlo, bisogna sempre ricordarsi che la Dicenta è un personaggio che appartiene ad una finzione televisiva, ma che purtroppo nel mondo esiste davvero gente cattiva come lei”.

Ursula è stata coinvolta in tante trame. A me, personalmente, ha colpito di più quella legata alla sua giovinezza…

“Penso anche io che quella trama sia stata una tra le più importanti, perché ha permesso al pubblico di conoscere l’infanzia dura e difficile che la Dicenta ha attraversato. Un’esistenza che è diventata ancora più doloroso in adolescenza, quando una violenza che ha subito ha innescato, ingiustamente, il rifiuto dei suoi genitori trasformandola, pian piano, nella donna cinica che è diventata. E’ stata una grande idea, da parte degli sceneggiatori, quella di inserire nella storia Blanca (Elena Gonzalez) e Olga (Sara Sierra), le figlie di Ursula. Attraverso vari flashback abbiamo ricostruito il suo passato. Una svolta importante per parlare di lei a 360°”.

A breve, anche noi italiani assisteremo all’uscita di scena di Ursula. Ha deciso lei di lasciare il cast?

“No, è stata una scelta pensata dagli autori per virare la trama su altre direzioni. In ogni caso, sono davvero grata a loro per avermi permesso di interpretare, per oltre quattro anni, una donna così complessa da portare in scena”.

Parliamo della sua passione per la recitazione. Quando è cominciata?

“Mi è sempre piaciuto recitare fin da bambina. Ero la prima a presentarsi alle recite scolastiche. Grazie ad un corso di arte drammatica, che ho intrapreso quando mi stavo dedicando al ballo, ho capito che potevo comunicare non soltanto con i gesti e i movimenti, ma persino attraverso le parole. E da lì che ho deciso, in maniera definitiva, che volevo essere un’attrice”.

Oltre la recitazione, ha qualche altra passione in particolare?

“Se non ho impegni legati al set, sto nella mia città con il mio compagno, la mia famiglia, i miei amici. Adoro i viaggi e ho avuto la fortuna di visitare tanti posti nel mondo. I miei amici mi definiscono una buona cuoca. Vivo la cucina come una sorta di terapia che mi rilassa ed è capace di farmi connetter con il lavoro manuale, con gli odori, i sapori. Curo poi le mie piante e i miei fiori. Sono una grande lettrice; mi aggiorno con costanza sul cinema e quello che succede nella mia industria. Non manco mai agli spettacoli teatrali o di danza. Mi alimento in continuazione di arte, di colori, di odori. Infine, mi fermo ad ascoltare la musica. Difficilmente la ascolto quando sto facendo altro. Mi piace stare connessa al 100% con ogni cosa che amo”.

Facciamo un gioco. Se potesse descriversi con tre aggettivi, quali utilizzerebbe?

“Le persone dicono che sono positiva, passionale e coerente. Aggiungo che sono molto passionale e coerente perché cerco di fare e dire quello che penso. Non tradisco mai me stessa”.

Ha qualche progetto futuro?

“Prossimamente sarò nel cast di una nuova fiction spagnola suddivisa in otto puntate. Appena l’Emergenza Coronavirus sarà passata, spero di tornare in teatro dal vivo. Ho dei bellissimi ricordi del periodo trascorso ad interpretare Ursula. Non nascondo che mi  piacerebbe dare vita ad un altro personaggio lungo. Penso di muovermi abbastanza bene al cinema, al teatro e in televisione. Non disdegno un giorno di lavorare in Italia. In passato, ho lavorato con Sergio Castellitto. Se uscisse fuori un nuovo progetto con lui ne sarei ben felice”.

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Nadia Rinaldi testimonial di Medicanet

Attualmente Nadia Rinaldi , apprezzatissima attrice e amato volto tv , è anche

testimonial di Medicanet per la medicina integrativa  avanzata ed è sicuramente

il più grande esempio di come il benessere per la propria salute e la forma fisica

si possa raggiungere a tutti gli effetti per stare veramente bene 

“Dopo un percorso di dimagrimento, che ho voluto rendere pubblico per aiutare

tutte quelle persone che sono convinte che non ce la si possa fare a risolvere un

problema di obesità, perché volere è potere, ho utilizzato la chirurgia estetica ricostruttiva,

almeno nel mio caso. Quando si perdono diversi chili, si deve andare a togliere quel tessuto

che, anche col dimagrimento e con l’attività fisica, non si riesce più a fare aderire. 

Non smetterò mai di ringraziare il dottor Lorenzetti e tutto il suo staff, che si sonopresi cura

di me e hanno voluto rendere la mia immagine più armoniosa che mai. Proprio per

questo, mi sono avvicinata acollaborare con la Medicanet, ossia la medicina integrativa.

Hanno dei macchinari fantastici che, prima di arrivare ad intervenire chirurgicamente, possono dare ottimi risultati a chi magari è un po’ pigro ad allenarsi. Ovviamente, consiglio sempre una buona alimentazione e allenamento, ma con la Medicanet si ottengono dei risultati notevoli. A volte anche maggiori a quelli che si possono ottenere stando dalla mattina alla sera a fare squat in palestra”.